Allora, sembrava che tutto andasse così bene alla festa di compleanno…

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Dopo un paio di ore, dei ragazzi di Pisa — in particolare quelli che avevano giocato a calcio per il Liceo Galileo, che non avevano mai battuto i Baluardi di Burlamacchi neanche una volta (grazie a Davide “Macchina da gol” Guinigi) — cominciavano a borbottare irritati.

Cominciavano ad agitarsi con la “macchina da gol” e il suo amico – il giocatore-amante dell’hockey – perché pareva ai pisani che stessero perdendo  “terreno”. 

Non gli piaceva affatto vedere quei lucchesi che se la intendevano con le due pisane più belle e desiderate della loro generazione.

E il fatto che fosse qualche ora che bevevano non contribuiva alla loro compostezza.

Verso le 20, un gruppo di cinque giovanotti pisani si avvicinarono a Wendy, DeDo, Michaela e Mario che stavano parlando e ridendo.

Il più grosso dei pisani ovviamente voleva uno scontro...

  “Ma guarda chi si vede, Davide Guinigi,la macchina da gol in persona! Non ce l’ha fatta a trovare l’amore a Lucca, allora è venuto con il suo amico a rubare le più belle giovani di Pisa!  Che schifo!”

“Sono decenni che queste belle ragazze sono davanti a voi; sarà l’ora che qualcun’altro le possa conoscere” disse DeDo tranquillamente.

“Forse dovreste andare a giocare a nascondino in quelle siepi IPER-pubblicizzate di cui la tua famiglia è tanto orgogliosa” lo canzonò il grosso pisanaccio.

“E quando ve ne andate, portate via quei budini stra-grossi… sanno di cacca di cane!

A quelle parole, DeDo e Mario posarono  i loro bicchieri di prosecco e DeDo strizzò l’occhio a Mario.

“Provaci” disse DeDo zittendolo.

Il pisanaccio si lanciò verso DeDo, che lo evitò come un matador scansa un toro che lo carica,

e poi buttò il tizio nella piscina!

Quindi, successo tutto il casino del mondo – gli altri quattro pisani si tirarono addosso a DeDo e Mario come se giocassero a rugby,

e tutto il gruppo, battendosi ed urlando andò a finire nella piscina dove la lotta continuò!

Wendy e Michaela cominciarono a gridare, e poi tantissimi altri alla festa cominciarono a gridare anche loro!  Qualcuno urlo: “Guardie!!!!” Wendy, vedendo che tre dei pisani incluso quello grosso cercavano di picchiare DeDo, perse la testa, si liberò delle scarpe e gridando “DeDo!!!!!”

saltò nella piscina per provare a separare uno dei pisani da DeDo.

Visto questo, anche Michaela si lanciò senza esitare nella piscina, gridando: “Ti aiuto io, Mario!” 

Mario cominciò a ridere quando successe questo perché dopo tanti anni a battersi sul ghiaccio con altri giocatori di hockey, lui si stava veramente divertendo a lottare con gli altri due pisani.

Subito, le due guardie che la famiglia Tuttovinci aveva preso per la sicurezza della festa, corsero dal cortile di fronte al palazzo e,

arrivati nella zona della piscina, finirono per gettarsi anche loro nella piscina con lo scopo di fermare la lite, ma crearono invece ancora più confusione!

Dopo un minuto, sentirono la sirena fortissima della polizia che si avvicinava al palazzo Tuttovinci,

e la lotta si fermò per un istante.  Subito tutti i combattenti balzarono fuori dalla piscina.

Alla sua sinistra, DeDo vide Wendy che aveva cercato di salvare DeDo come meglio poteva da quel combattimento di 3 contro 1. 

“Sei favolosa Wendy!”

disse DeDo, baciandola di fretta, e lasciando i suoi mocassini Gucci a galla nella piscina mentre con Mario corse verso l’Alfa Romeo per cercare di sfuggire!

Lasciando in macchina la galleria che divide Pisa da Lucca, si notava che DeDo aveva un paio di lesioni alla faccia e Mario aveva un bello sgraffio sul collo, ma…

tutti e due ridevano da matti! 

“Questo è stato il più grande divertimento che abbia avuto da quando Silvio Martini ed io abbiamo battuto tutta la squadra dei Pinguini di Prato al campionato universitario due anni fa!” rise Mario.

Nel frattempo al palazzo Tuttovinci Wendy era atterrita che suo padre, dopo aver visto tutta quella confusione, le avrebbe proibito di vedere ancora quei giovanotti lucchesi.

Ma quando uscì dal suo studio, il signor Tuttovinci fece un’analisi della situazione, parlò con le guardie e con la polizia, e restò calmo.  No, non voleva fare causa a nessuno. 

Pagò un extra alle due guardie, e si congratulò telefonicamente con il loro capo, chiamandoli eroi per aver provato a fermare la lotta.

Dette un extra anche ai dipendenti del catering,

pregandoli di rimettere tutto a posto al meglio possibile.

Poi andò a trovare Wendy e Michaela, che erano bagnate e coperte da enormi teli da bagno rosa. 

“Papà loro… loro…”

Wendy e Michaela si misero a piangere. 

“Non piangete, ragazze!  Quei giovanotti lucchesi hanno saputo tenere terreno come se fossero i Baluardi stessi — mi hanno fatto una bellissima impressione!”

sorrise e  tornò nel palazzo.

Wendy poteva solo fissarlo con gli occhi sgranati, sbalordita.  Quella era la prima cosa positiva riguardo a un lucchese che avesse mai sentito dire da suo padre in tutta la sua vita!

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