n. 18 maggio 1923 m. 20 marzo 2020

Sempre sorridente, coraggiosa e senz’altro testona, Giovanna (o Joan come si fece chiamare negli stati uniti), non si faceva abbattere dagli pregiudizi e ignoranza della gente.  Diventava indigna quando le regole non erano seguite.

Durante la guerra, avendo completato una laurea all’Istituto Magistrale Statale Paladini e essendo assunta come “Commessa di Concetto” all’Alimentazione, andava al lavoro in bicicletta dalla Cappella (dov’era sfollata con la famiglia) all’ufficio nel centro storico di Lucca tutti giorni con la sua bicicletta senza gomme.  Ad un certo punto mentre attraversava Piazza San Michele, si sentì urlare “Achtung! Achtung!” e vide un giovane soldato tedesco con una mitragliatrice che le ordinava di dargli la bicicletta, puntandole addosso l’arma.  Gli disse che aveva il permesso d’aver la bici per il lavoro, ma vedendo che insisteva, Giovanna gliela dette.  Incendiata dalla prepotenza del Nazista, prese le gambe ed andò subito a trovare il colonnello della SS a Lucca per raccontargli tutto. Nonostante fosse il nemico, e nonostante avesse visto i resti di innocenti compagni lucchesi e di un bambino fucilati dalla SS e lasciati per la strada, Giovanna non esitò a raccontare all’ufficiale quelche fosse successo, mostrandogli i suoi documenti ed il permesso, ed il suo desiderio che le fosse restituita la bicicletta.  Il Colonnello fu d’accordo che una regola fosse stata infraggiata.  La fece salire nel suo Jeep, e la condusse al campeggio dei tedeschi subito fuori dalle mura.  Identificato il soldato, la bicicletta fu subito restituita a Giovanna, la quale la prese ed andò al lavoro.

A Giovanna piacevano le innovazioni ed era ispirata da quelli che non avevano paura di seguire i loro sogni, nonostante fossero donne, come Madame Skłodowska Curie, ed una pediatra, amica della famiglia.  

Finì gli studi di Chimica all’università di Pisa anche se l’avvento della guerra prolungò il processo.  Le mancava solo di presentare la tesi per il dottorato quando ha conosciuto Hubert Roberti, un italo-americano d’origine lucchese, e si sono sposati.  Hubert le aveva detto che avrebbe potuto finire il dottorato a Evanston, la loro destinazione, dove c’è l’università Northwestern.  Comunque, quando ci arrivò, seppe che non c’era reciprocità educativa fra gli stati uniti e l’italia, ed allora dovette imparare l’inglese e rifare tutta la sua educazione dalle elementari in poi.  Quando finalmente arrivò al dipartimento di Chimica della Northwestern, le dissero che anche se si diplomasse, le società scientifiche americane non avrebbero assunto chimici femminili — al meglio, le disse il professore, avrebbe potuto fare solo la professoressa al liceo.  Giovanna si mise a lavorare in una fabbrica e quando rimase incinta infatti dovette lasciare il lavoro perché gli uomini non volevano vedere gravidanze.  Non disperandosi, cominciò un corso d’informatica, un corso nuovissimo di studio: i computers a quel tempo occupavano sale intere, erano enormi ma facevano fatica a fare compiti perché operavano con solo 36 GB e prendevano le loro istruzioni tramite schede cartacee. C’era una fortissima richiesta per persone precise e logiche che potessero far funzionare questi primi computers.  Giovanna diventò fra i più bravi programmers, ed imparò inoltre che quando si sa qualcosa che tutti vorrebbero sfruttare, non importa se siamo donne od abbiamo una figlia – i capi potevano persino ignorare il fatto che Giovanna parlava l’inglese con un accetto.  

Cominciò il suo primo lavoro in informatica nel 1965 alla società finanziaria General Finance. Il suo successo la portò alla Blue Cross Association, la preeminente compagnia non-profit d’assicurazione sanitaria negli stati uniti.  Durante i suoi 20 anni alla società fu promossa a Senior Systems Analyst, una posizione molto impegnativa. Infatti scrisse un’applicazione innovativa ed unica per la nazione, permettendo alla Blue Cross di anticipare velocemente e con precisione come il governo avrebbe applicato le regole Medicare per pagare richieste d’indennizzo assicurativo sanitarie. 

Con entusiasmo, divenne una delle prime socie dei Lucchesi nel Mondo a Chicago, diretto da Louis Da Prato.  Faceva già parte del Circolo Mazzini Verdi, ma subito diventò attiva nel circolo dei Lucchesi, ed insieme al marito, Hubert Roberti, fecero tante grandi amicizie e numerosi viaggi in Italia per Santa Croce con il Da Prato. 

Durante uno di questi tour, Angelo Piccinini, un con-socio e caro amico della famiglia, s’è ammalato gravemente ed è morto subito dopo.  Giovanna e Hubert hanno abbandonato il tour per soccorrere il Piccinini nei suoi ultimi giorni. 

Sempre fiera di essere lucchese, Giovanna ha raccontato tante volte i pregi del suo paese che la figlia ed i suoi nipoti se ne sono innamorati. Sua figlia, Grace, s’è laureata in italiano ed ha insegnato all’università di Pittsburgh, dopo di che ha cominciato un’azienda specializzata nell’esportazione di prodotti lucchesi negli stati uniti. as well as great pride in the entrepreneurship of her family.  Giovanna ha instillato in tutti un grande orgoglio per la storia della repubblica di Lucca, e non ha fatto dimenticare a nessun familiare le capacità imprenditoriali della loro famiglia.  Ritornava spesso a Lucca, specialmente a settembre per partecipare con gli altri Lucchesi nel Mondo alla processione di Santa Croce.

Insieme al marito ed alla figlia, ha insegnato l’italiano ai nipoti, i quali per tre anni sono andati a scuole lucchesi da piccoli ed hanno poi passato tanti mesi a Lucca, sentendosi sempre a casa.  Il più giovane ha persino proposto il matrimonio alla sua ragazza sulle mura! 

Per il suo 40esimo anniversario di matrimonio, Giovanna e Hubert hanno fatto una grande festa a Lucca alla quale hanno invitato tanti parenti che non erano mai stati a Lucca – questi se ne sono innamorati e negli anni tanti ci sono ritornati.  Anche soci del suo genero sono stati a Lucca dopo averne sentito parlare tanto da Giovanna.

Uno degli ultimi obiettivi di Giovanna è stato di acquistare la doppia cittadinanza, avendo perso quella italiana quando è stata naturalizzata dagli USA essendosi sposata con un americano.  Nel 2018, a 95 anni, è riuscita a diventare di nuovo italiana ufficialmente, anche se non ha mai perso la sua lucchesità. Ha sempre sostenuto di essere la persona più fortunata del mondo, ma non solo, era anche fra le persone più fieramente lucchesi nel mondo. 

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